I sentieri della libertà - Percorso: "Asti in guerra".
La passeggiata si svolge a cadenza periodica.
Approfondimenti
Durante la seconda guerra mondiale, Asti e la sua provincia accolsero migliaia di sfollati, provenienti soprattutto da Torino, Genova e da altri centri industriali. Ben presto, le sconfitte militari ed i disagi della vita quotidiana incrinarono la fiducia della popolazione verso il regime fascista. Il razionamento dei generi di prima necessità favorì lo sviluppo del mercato nero ed in città si concretizzò, per tutti gli anni di guerra, lo spettro del freddo e della fame. Dopo gli scioperi operai del marzo 1943, manifestazioni di gioia popolare accolsero la caduta del fascismo, il 25 luglio. Con l’entrata in città dei tedeschi, il 10 settembre 1943, iniziò la resistenza, che ebbe negli scioperi del marzo 1944 e nell’attività quotidiana del Comitato di liberazione nazionale i propri momenti più importanti. Colpita da episodici ma duri bombardamenti a partire dal luglio 1943, Asti rimase sotto il controllo delle forze nazifasciste fino alla liberazione. Nell’autunno 1944, il comando tedesco istituì posti di blocco nelle principali vie d’accesso alla città, per contrastare le puntate in città delle formazioni partigiane che controllavano il territorio circostante. Il 24 aprile i reparti nazifascisti lasciarono Asti e le formazioni partigiane fecero il loro ingresso in città.
LUOGHI
L’itinerario ripercorre i principali luoghi segnati dalla drammatica quotidianità della seconda guerra mondiale. Sono stati individuati i siti dei rifugi antiaerei ed i ricoveri pubblici, le sedi delle autorità tedesche e fasciste, i luoghi degli scontri con i partigiani, i luoghi della repressione e della protesta contro la guerra.
Queste le tappe principali:
Scuola materna “XXV aprile”: luogo di raccolta degli operai destinati al lavoro coatto in Germania e poi sede di un reparto speciale della Guardia nazionale repubblicana (Gnr).
Edificio “Nostra Signora della Purificazione”, Orfanotrofio “V. Alfieri” e Palazzo della Questura: C.so XX aprile e P.zza Lugano. Edifici requisiti dal comando tedesco e sede della 38° Legione della Milizia volontaria sicurezza nazionale (Mvsn).
Piazza Vittorio Veneto e scuola elementare “Dante Alighieri”: sedi del comando tedesco ad Asti.
Carceri di Asti: Via Testa. Tra l’inizio di ottobre del 1943 e la metà di aprile del 1945, 382 persone arrestate. Molte di loro vennero fucilate o avviate nei campi di concentramento in Germania.
Palazzo del Collegio o delle Scuole: Via Carducci ang. Via Goltieri. A partire dai primi mesi del 1944, fu sede della Brigata Nera di Asti, dedicata a Luigi Viale, caduto in uno scontro con i partigiani a Incisa Scapaccino (At) nell’agosto 1944.
Seminario vescovile: luogo di segregazione per le madri e le sorelle dei giovani delle classi 1923-1924-1925 che non avevano risposto ai bandi di chiamata alle armi della Repubblica sociale italiana (Rsi) e per gli ebrei arrestati a partire dal 1 dicembre 1943.
Via Natta: al n. 7, il 13 ottobre 1943, si installò il Comando di piazza tedesco e al n. 4, l’Ufficio politico investigativo (Upi), organismo investigativo della Guardia nazionale repubblicana (Gnr) che collaborava con la Questura. In questo edificio venivano condotti per essere interrogati e, spesso, torturati i partigiani prigionieri.
Casa Littoria: Piazza Campo del Palio. Edificio simbolo del fascismo astigiano divenne poi sede della federazione astigiana del Partito fascista repubblicano (Pfr).
Le fabbriche della vecchia zona industriale del quartiere San Pietro: Way Assauto, Vetreria, Ferriere Ercole, Maina in cui si sviluppò la protesta operaia contro la guerra e contro il fascismo.
Casa di Riposo della città di Asti: Via Bocca. Sede, dalla metà del 1944, della Guardia Nazionale Repubblicana ed alcuni reparti della Legione “Ettore Muti”.